Microchip impiantati nel corpo: il business medico d’oggi

0
4197

Il futuro, anzi il presente, della medicina è condensata in un microchip.

“È la prima volta che si utilizza un implanto elettronico per liberare farmaci negli esseri umani” – dichiara Michael Cima, ricercatore del Massachusetts Institute of Technology (MIT) e vicepresidente di MicroCHIPS Inc. Questa è la dichiarazione che ha seguito la pubblicazione dei risultati delle prove cliniche del primo microchip, che potremo installare sotto la nostra pelle e comandare a distanza, per curare malattie quali osteoporosi, diabete o sclerosi multipla. [link alla pubblicazione sulla Science Transnational Medicine review]

Il dispositivo è alto 5,4 centimetri, largo 3,1 e spesso 1,1 ed al suo interno possono essere immagazzinati diversi farmaci. Il microchip viene impiantato nel corpo all’altezza dell’addome, con un intervento chirurgico che dura solo mezz’ora.

“I pazienti non saranno più costretti a ricordare di dover prendere uno specifico medicamento – sottolinea Robert Farra, presidente di Micro CHIPS Inc. e ricercatore lider di questo studio – e nemmeno soffrire il dolore associato alle iniezioni”.

Le prove cliniche sono state fatte su un campione di sette donne tra i 65 ed i 70 anni, affette da osteoporosi. A detta dei ricercatori, i risultati sono stati eccellenti. “Gli interventi di questo tipo sono il futuro – dichiara Laura Lechuga, lider del gruppo di Nanobiosensori e Applicazioni Bioanalitiche del Centro di Investigazione di Nanotecnologia e Nanoscienze (lo spagnolo CIN2-CSIC) – e la impiantazione subcutanea non prevede nessuna complicazione; le operazioni di estetica chirurgica sono cento volte più aggressive che impiantare un microchip sotto la pelle di un paziente”.

Uno dei componenti che sono stati utilizzati per trattare le pazienti è la teriparatide, un farmaco che stimola la formazione di tessuto osseo e ne incrementa la densità e che il dispositivo del dott. Farra libera all’interno del corpo attraverso un microchip controllato a distanza. “Il microchip utilizzato in questo studio – continua il dott. Farra – permane nel corpo del paziente circa quattro mesi e immagazzina al suo interno venti dosi di teriparatide, chiuse ermeticamente in nanodispositivi individuali coperti da una sottile cappa di platino e titanio. Questa copertura si fonde al momento in cui il medico, comandando a distanza il microchip, applica una lieve corrente elettrica, in modo da permettere al farmaco di liberarsi nell’organismo”.

“Quello che abbiamo fatto ed ottenuto – conclude il dott. Cima – è stato sostituire i segnali endocrini nel corpo dei pazienti. Le applicazioni future di questo dispositivo coinvolgeranno molti tipi differenti di ormoni, che controllano i disordini relazionati con la crescita, la riproduzione, l’obesità ed incluso il diabete”.

La previsione degli studiosi è di lanciare sul mercato questo dispositivo a partire dal 2014, dopo aver ottenuto tutte le certificazioni di sicurezza fisica da parte delle istituzioni mediche mondiali.

Certo che questa scoperta sia un grande passo avanti per la cura delle malattie come l’osteoporosi od il diabete, sarò sempre dell’opinione (spero condivisa anche da voi, ndr) che l’unico vero passo avanti della medicina e dei medici avverrà quando l’accesso ai farmaci sarà libero, le cure gratis e la medicina verrà considerata un servizio accessibile a tutti gli uomini e le donne che ne abbiano bisogno, non un’arma per arricchire l’industria farmaceutica. Alcune tra le persone più infime del nostro pianeta sono proprio i capi dell’industria farmaceutica mondiale, coloro che si arricchiscono facendo ammalare le persone, per poi proporsi come guaritori a pagamento.

La medicina non deve aver niente a che fare con il denaro. Questo è l’unico fondamento che porterebbe al vero progresso in ambito medico. La funzione del medico dev’essere puramente sociale e tutti quei medici che agiscono, ancora oggi, come uomini di business, schiavi di un vergognoso sistema economico-sanitario, dovrebbero agire per il bene delle persone e non del loro conto in banca, rendendo le persone schiave di farmaci e vittime della terapia intrusiva e devastante delle medicina moderna.

Fino ad allora, il progresso della medicina, sarà solo un gioco macabro, una presa in giro, un’ulteriore dimostrazione, la peggiore di tutte, di come la civiltà umana continui ad essere succube dell’egoismo e della sindrome di potere, schiava del denaro e di una distorta concezione del senso della vita.

Matteo Vitiello

Leggi anche:

I crimini delle farmaceutiche

Pillole per renderci mansueti