Misteriose metropoli fantasma in Cina

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Da circa sette anni il Governo cinese sta costruendo nuove città, a ritmi impressionanti ed in zone alquanto desolate, soprattutto a confine con l’Inner Mongolia. Enormi città fantasma, “ghosts cities”, come sono state chiamate dai mass-media internazionali che si sono occupati dell’argomento negli ultimi anni. Edifici, musei, sedi governative e molte, moltissime case e grattacieli. Vuoti. Tutte le case sono vuote, attualmente non ci vive nessuno, solo qualche anima vaga in queste metropoli fantasma, come si è potuto osservare dai satelliti.

Sull’argomento hanno scritto in molti, studiosi d’economia e finanza hanno proposto le loro teorie, ipotizzando che tali città siano il frutto di una sorta di speculazione immobiliare, in altre parole i cinesi avrebbero trovato nella costruzione di metropoli nel bel mezzo del nulla, un modo per investire il denaro.

In base ai dati resi pubblici, sono quasi 70mila le proprietà fantasma, anche se pare che alcuni ricchi imprenditori ne abbiano già comprate alcune, considerandole un buon investimento per il futuro.

In questo articolo non ripropongo le varie argomentazioni di natura immobiliare ed economico-finanziaria, su cui si è già scritto abbastanza. Vorrei piuttosto presentarvi una teoria (che, peraltro, non rispecchia solo il mio punto di vista, ndr) che vuole spiegare il perché sono state costruite tutte queste città e perché proprio in questa precisa zona geografica.

A chi volesse approfondire il tema economico e sapere cosa si è scritto, propongo questi articoli di differenti mass-media internazionali, tra cui anche il nostrano Sole24Ore:

La tesi che vi propongo prende in considerazione alcuni aspetti geologici e geografici, legati ai movimenti tettonici ed alle possibili future catastrofiche conseguenze per alcune zone della Cina.

Come ho scritto nell’articolo “Crepe nella crosta terrestre” , in seguito agli attuali cambiamenti del magnetismo del nostro pianeta (in continua, quanto rapida, evoluzione, ndr), le placche terrestri si stanno spostando. Una conseguenza, la più recente ed oltremodo tragica, è stato il terremoto e successivo tsunami che ha colpito il Giappone.

In base agli studi geologici e geomagnetici, la zona costiera della Cina, dove sono costruite città come Honk Kong, Shangai e Hangzhou, potrebbe essere colpita da nuovi forti terremoti e successivi tsunami, quale effetto degli spostamenti delle placche terrestri Euroasiatica ed Indo-Australiana (rimando sempre all’articolo sopracitato per ulteriori approfondimenti, ndr).

Negli ultimi mesi, in Cina, più specificatamente nella fascia geografica compresa tra la costa e la catena dell’Himalaya, sono state individuate e documentate una serie di depressioni e spaccature nella crosta terrestre: si sono aperti enormi buchi nel suolo, nel bel mezzo di città, paesi o campagne. Questo fenomeno (che si sta verificando in varie parti del pianeta, ndr) è da ricondurre al lento e continuo sprofondare della placca Indo-Australiana verso il basso ed al fatto che le zone costiere cinesi si trovano proprio vicino al confine tra quest’ultima e la placca Euroasiatica.

Se i movimenti tettonici continueranno, la conseguenza più tragica sarà l’inevitabile inondazione delle metropoli costiere della Cina, il che provocherà, oltre che distruzione, un esodo in massa della popolazione superstite. Certo è uno scenario che nessuno vuole immaginare, però i movimenti della crosta terrestre sono attualmente questi.

Coloro che stanno seguendo l’evolversi della migrazione dei poli magnetici della Terra sanno bene che tale spostamento è continuo e potrebbe anche accelerare nei prossimi mesi, determinando ulteriori e più violenti movimenti delle placche tettoniche. La conseguenza sarebbe tanto fantascientifica quanto reale: il nuovo Polo Sud sarebbe l’India.

Anche senza aspettare che tutto ciò avvenga, se uno tsunami si abbattesse  sulla zona costiera della Cina, la più popolata dell’intero Paese, città e metropoli verrebbero sommerse. Una visione catastrofica, certo, anche se non coglierà i cinesi così impreparati. Le città fantasma sono state costruite in una zona precisa, lontana sia dalla costa che dalla fascia di depressioni geologiche sopracitata, dove la crosta terrestre si sta aprendo.

Inoltre, in seguito allo sprofondare della placca Indo-Australiana (rimando alla lettura delle ultime notizie dell’Indonesia, dove le zone costiere stanno già effettivamente sprofondando, ndr) il livello del mare potrebbe innalzarsi di circa 200 metri e le zone di confine con la Mongolia, dove sono state costruite tutte queste città fantasma rimarrebbero al sicuro, considerata la loro altitudine, e diventare il rifugio di chi sopravviverà ad un’eventuale catastrofe.

Speriamo che tutto ciò non accada ma se così non fosse, il Governo cinese ha già pronto il suo piano B e ghosts cities come Dantu, Kangbashi, Erenhot, Zhengzhou e Bayannao’er potrebbero essere la salvezza per milioni di cinesi.

Matteo Vitiello

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