Codice QR

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Cominciano a diffondersi nella vita di tutti i giorni i codici QR. A parte sulle etichette dei prodotti e sui biglietti di treni ed aerei, i codici QR hanno cominciato ad apparire nella segnaletica urbana e turistica, in musei, scuole, edifici pubblici, su annunci di agenzie immobiliari, sui giornali e sul retro dei biglietti da visita. Funziona così: si fotografa il codice con il cellulare e l’applicazione apre la pagine web contenuta nel codice. Così, solo stampando un codice QR si possono immagazzinare informazioni, foto, video e tutto quello che si può mettere in rete.

Un codice QR (acronimo di Quick Response, in virtù del fatto che il codice fu sviluppato per permettere una rapida decodifica del suo contenuto, ndr) è un codice a barre bidimensionale a matrice, composto da moduli neri disposti all’interno di uno schema di forma quadrata. In un solo crittogramma sono contenuti 7.089 caratteri numerici e 4.296 alfanumerici. Nei codici QR è utilizzato il codiceReed-Solomon per la rilevazione e correzione d’errore: nel caso in cui il QR fosse in parte danneggiato, per esempio da macchie o graffi, l’applicazione in questione permette di ricostruire i dati persi, ripristinando, durante la decodifica, fino al 30% delle informazioni codificate.

Il QR è impiegato per memorizzare informazioni destinate ad essere lette tramite un telefono cellulare o smartphone (a questo indirizzo trovate il programma per leggere i codici QR: http://get.beetagg.com e su QR Channel potete creare il vostro QR personale, ndr.).

Il QR fu sviluppato nel 1994 dalla compagnia giapponese Denso Wave, allo scopo di tracciare i pezzi di automobili nelle fabbriche Toyota. Vista la capacità del codice di contenere più dati di un normale codice a barre, è stato utilizzato in seguito per la gestione delle scorte da diverse industrie. Nel 1999 Denso Wave ha rilasciato i codici QR sotto licenza libera, favorendone così la diffusione in Giappone. Nello stesso anno la NTT DoCoMo, principale compagnia di telefonia mobile nipponica, ha lanciato i-mode, sistema per l’utilizzo del web dal telefono cellulare. In poco tempo i-mode divenne molto popolare tra i giapponesi ed all’inizio del XXI secolo cominciavano ad essere sviluppate applicazioni per cellulari orientate verso una sempre maggiore comodità comunicativa.

Oggi sono diventate sempre più comuni le pubblicità che ricorrono all’uso dei codici QR stampati sulle pagine di giornali,riviste e cartelloni, per veicolare facilmente indirizzi URL contenenti tutte le informazioni utili.

Nel settembre 2005, negli Stati Uniti, nacque il progetto Semapedia che permette di collegare, tramite codice QR, i luoghi fisici alle relative descrizioni su Wikipedia.

Nel 2006, l’artista Fabrice de Nola ha avviato il progetto Active che fa uso di codici QR dipinti in quadri ad olio o inseriti in fotografie.

Nel 2007, il gruppo pop britannico Pet Shop Boys ha usato i codici QR per il download del loro singolo Integral e nel relativo videoclip alcuni codici QR indirizzano gli utenti verso il loro sito web ed alcune altre pagine.

Nel 2009, l’artista giapponese Takashi Murakami, in collaborazione con l’agenzia creativa SET, ha realizzato un QR formato con le immagini del pattern di Louis Vuitton e di uno dei personaggi dell’artista. Il codice indirizza verso il sito giapponese della ditta di pelletteria.

Nel 2010 il musicista hip hop DJ Spooky ha usato un codice QR in una stampa esposta alla Biennale Experimenta di Melbourne: il codice indirizza verso un sito web incentrato sull’isola di Nauru, nell’Oceano Pacifico.

Nel video del singolo All The Lovers (2010) di Kylie Minogue, compare un codice QR stampato su alcuni oggetti contenente la parola love.

Nel 2010, l’azienda C-stay inizia la commercializzazione di magliette e cappelli su con il codice QR integrato, è possibile indossare qualsiasi contenuto multimediale all’interno della propria maglietta. C’è già chi si è tatuato un codice QR.

La foto di questo articolo è il codice QR del mio blog.

Matteo Vitiello