Crisi mondiale? Guardatevi attorno e ditemi cosa vedete

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La crisi finanziaria, il crollo e la ripresa delle Borse, la fame in Africa, le guerre, le oppressioni e la rivoluzione. Ormai non mi sorprende più niente. A poco più di trent’anni ho già visto accadere le stesse cose più e più volte, che penso alla maggior parte della gente come stupida o menefreghista, approfittatrice o vittima di una cronica autocommiserazione. Se c’è ancora qualcosa che mi sorprende non è niente che abbia a che vedere con il mondo “civilizzato”, con l’economia, i politici, le guerre, le conseguenze, le promesse e così via.

Stanno accadendo molte cose al mondo in questi giorni, brutte cose. Crisi, rivoluzioni, siccità in Somalia, se ne parla così tanto che si è persa la cognizione, la coscienza e la chiara consapevolezza di quello che sta accadendo veramente al mondo ed a tutti noi.

Molti si fidano dell’Onu e delle organizzazioni internazionali per la salute, l’ambiente e così via e si allontanano sempre più dai fatti. Ascoltando parlare politici ed esperti d’economia e prendendo parte alle loro infinite discussioni, meeting e tavole rotonde con  buffet milionari sulle responsabilità dei Paesi ricchi nei confronti di quelli poveri, non miglioriamo il mondo.

Ignorare che le cose non vengono fatte e portate avanti come tutti sappiamo si dovrebbero fare, ovvero agire con concretezza sostenuti da un’etica incorruttibile, ha portato a dividerci in due grandi e contrapposte categorie: gli oppressori e gli oppressi. Nessun’altra situazione, per nessuno.

Questa situazione, tutta l’ignoranza, la sadicità e l’opportunismo dell’era moderna è tanto triste e riprovevole, quanto fonte di un’incommensurabile forza.

Ogni giorno, la maggior parte degli oppressi e degli oppressori leggono il giornale, guardano la tv od ascoltano la radio. Quasi tutti usiamo i social network, cominciando a capire che Internet è qualcosa di più che un jukebox od una filmoteca porno aperta ventiquattro ore al giorno. Le notizie degli avvenimenti, di quello che accade nel mondo, girano in fretta tra un computer e l’altro, la gente chiacchiera nelle chat o posta il suo stato d’animo su facebook o twitter, condividendo il piacere, cercando appoggio alla tristezza o sfogando la repressione e la rabbia.

Trascurando le mondanità delle vite delle star di Hollywood e le cazzate degli adolescenti, dai social network sono cominciati a rinascere i sentimenti d’appartenenza, condivisione e fratellanza, con cui un essere umano nasce. Ironia della sorte. In una società che sta celebrando il trionfo dell’egoismo, in un contesto economico che premia la competizione e la speculazione finanziaria, l’internauta misantropo, segaiolo o secchione, si ritrova a socializzare. Parla di politica, economia, scambia informazioni, dossier, nasce Wikileaks, tutti sanno tutto di tutti o pensano di saperlo, poi intercettazioni, spionaggio, hackers, guerre, poesia e rivoluzione.

Grazie a Internet, che riesce ancora a sfuggire per un pelo alla censura dello Stato, siamo testimoni di quello che sta accadendo al mondo: in questi giorni stanno sparando sulla folla siriana di Hama, fucilate e cannonate sui volti, sui corpi e sulle gambe di uomini e donne che reclamano i propri diritti fondamentali. Noi, comodi italiani, inglesi o spagnoli indignati ci chiediamo con che coraggio e menefreghismo le commissioni internazionali si limitano a parlare e dire “condanniamo questi atti”. E poi? Tra dieci anni si farà un processo? Cosa ce ne facciamo e soprattutto cosa se ne fanno le famiglie di Hama delle parole di politici e commissari di pace?

Sono le persone, siamo noi che abbiamo in mano le nostre sorti e quelle di tutto il mondo e siamo soli, oppressi contro oppressori.

Ricordate che sono cominciate qualche mese fa le rivoluzioni in Egitto, Tunisia e qualche sporadica manifestazione europea? Pensate che sia tutto finito? Che stiano processando il dittatore egizio e tutto andrà meglio, con più democrazia e libertà?

Un’ondata di voglia di rivoluzione ha scosso la dormiente Europa, poi si è sedata, poi rianimata di nuovo, come un singhiozzo di rabbia, che si sfoga senza ancora il coraggio necessario. Non mi sorprende che in Europa ed America ci facciamo ancora prendere bene in giro, siamo “facili”, addomesticati e tutto sommato mansueti, brava gente.

La maggior parte dei rivoluzionari europei si sono sfogati con un grido, un giorno lanciando slogan pacifisti, per poi tornare in ufficio. Altri hanno durato un po’ di più, marciando nelle piazze… e poi sono ritornati in ufficio. Altri ancora si sfogano ubriacandosi e andando a rubare nei supermercati gridando “l’Africa muore di fame e noi abbiamo i centri commerciali che buttano via le cose”. Ma cosa ne sai dell’Africa tu, che appena hai fame torni a lavorare per guadagnare e andare a comprarti un panino, eh? Non mi sorprende che le cose vadano di male in peggio, tra fricchettoni, vittimisti ed opportunisti.

Vedete, non è una questione di aspettare e stare a guardare quello che accade al mondo al telegiornale… chiedersi se continuare con lo sciopero, la manifestazione, la rivoluzione… aspettare e vedere cosa dice il capo di Stato, il segretario, l’Onu, Obama, Osama, Berlusconi… continuiamo a manifestare così magari ci aumentano la busta paga di quei famosi dodici euro al mese? Facciamo la rivoluzione per pagare meno tasse? Bella soddisfazione, dai, a qualcosa è servito scendere in piazza. Ora posso ritornare alla routine.

Non mi sorprende che l’economia vada a rotoli in Europa ed in America. È il trionfo del denaro e non mi sorprende nemmeno conoscere la soluzione a tutto questo… senza bisogno di una laurea in finanza. I soldi si stampano, vero? Dov’è il problema, quindi? Se siete in crisi, volete altri soldi, stampateli. Purtroppo no, bisogna che il gioco sia più complicato, macabramente intrattenuto, senza regole uguali per tutti, un gioco tra potenti e maghi del baro. Gentaccia, anime prave, “non isperate mai veder lo cielo!”

Comunque, i soldi… così materiali e così evanescenti, che sono la più grande invenzione di tutti i tempi, una macchina perfetta per comandare, persuadere ed uccidere.

Non mi sorprende che tutti ne vogliamo, tutti vogliamo il nostro bel malloppo e, se l’avessimo, chissenefrega di quella o quell’altra rivoluzione, io me ne vado alle Hawaii o dove non lo dico a nessuno e ciao arrivederci.

Insomma, non mi sorprende che il mondo vada così male se a nessuno gliene frega veramente che le cose vadano meglio per tutto il mondo, per tutti quanti. C’importa solo di noi stessi, ci presentiamo come più o meno rivoluzionari, filantropi, altruisti o buoni samaritani ma tutti vogliamo, in fin dei conti, un malloppo ed una pagnotta ed ammazziamo per averli.

Che evoluzione, peggio delle bestie, che almeno non sono accecate dal denaro e vivono da guerriere.il costo della guerra

Non mi sorprende che con gente così, il mondo stia andando a farsi fottere. Tutto sta a punto di cambiare? O alcune cose non cambieranno mai? Ci sarà sempre bisogno di gridare come galline e scannarsi come galli? Ci sarà sempre la volpe e la gazza ladra, il lupo affamato e la pecora ignara? Così è il mondo? Così è la natura delle persone? Cosa v’importa giorno dopo giorno? Di chi vi importa? Cosa vedete se guardate con vera attenzione attorno a voi?

E smettetela di commuovervi o soprattutto ridere sempre su tutto, di fare vignette demenziali sulla vita e sulla morte, di risolvere tutto con un vabbé dai le cose vanno così… e piuttosto che ascoltare o, peggio, parlare di politica, prendendo parte a discussioni senza fine e senza un fine, guardate più in là dell’orizzonte e ditemi cosa vedete.

Matteo Vitiello

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