Strage in Norvegia, il delirio di Andres Behring Breivik

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Chi, come Andres Behring Breivik, pensa che il mondo sia da ripulire da islamici, gay, comunisti o quant’altro, non sa riconoscere che il mondo in cui vive non è quello delle proprie fantasie. Per sua natura, il mondo è diversità e nelle diversità risiede la propria energia e la ricchezza della razza umana. Non c’è niente da ripulire, nessun giustiziere nazionalista può fare qualcosa di utile al mondo, dando sfogo agli esaltati deliri della propria perversione.

Andres Breivik ha detto di aver compiuto un atto “atroce ma necessario”, dando voce a quel suo sentimento d’onnipotenza, che altro non riflette se non la propria inettitudine al vivere nel mondo reale.

L’unico atto necessario che può compiere un uomo è la capacità di scegliere, ogni giorno, ogni ora ed ogni momento, tra il giusto e lo sbagliato, il bene ed il male. Molte persone come Andres Breivik si riempiono la bocca di parole come fratellanza ed onore, aspirando a diventare giustizieri o genocidi, per quella che considerano una buona causa, in difesa della propria cultura e della propria patria. Purtroppo per loro, però, non è un onore essere scandinavi, ariani od europei, è solo un dato di fatto nascere bianchi, neri o caffelatte, cinesi, australiani, africani o americani.

Solo chi agisce nel nome dell’amore e del rispetto degli altri uomini, chi sa vivere in società, condividendo le proprie conoscenze, la propria cultura e lottando per trovare le migliori soluzioni per tutti, è degno di parlare d’onore o fratellanza. Questo è la prima nota che dovrebbero appuntarsi Andres Behring Breivik ed i suoi seguaci.

Sono tempi difficili. Stiamo vivendo gli anni più intensi di un periodo di transizione, che sta portando l’umanità a ritrovare la coscienza e la consapevolezza del proprio essere e le risposte ai propri perché.

Oggigiorno, la maggior parte della popolazione mondiale è terrorizzata, ha paura di perdersi, non si fida del prossimo e cerca sempre un capro espiatorio. Se da una parte si sono accentuati i sentimenti nazionalisti, dall’altra i popoli del mondo stanno viaggiando sempre di più, s’incontrano, si confrontano e si mescolano, su tutti i piani ed in tutti i modi possibili. Si sta definendo quello che sarà, un giorno, un unico popolo: il grande popolo della Terra.

Ad alcuni questo suonerà forse a fantascienza, è normale in un mondo dove dall’età della pietra si è andati indietro, invece che avanti: l’odio e le guerre di razza, religione, denaro o potere ci hanno dimostrato, e continuano a farlo ogni giorno, che l’uomo ha agito sempre per salvaguardare sé stesso, il proprio ego, svincolandosi da responsabilità e dall’etica del vivere sociale, nella salvaguardia del prossimo. Si sono costruiti regni e castelli, senza mai avere piena coscienza di quello che sarebbe stato il futuro di un intero pianeta e della sua popolazione.

Così, ancora oggi, la lotta tra nazionalisti e comunisti, cristiani e musulmani continua… ed è tristemente normale che menti labili, vittime dell’esaltazione egocentrica, come quelle di Andres Behring Breivik partoriscano idee perverse, come la premeditazione del massacro dell’isola norvegese di Utøya.

Andres Breivik è un aspirante genocida, che ha voluto compiere una strage per dire al mondo che non gli piace il multiculturalismo. Purtroppo per lui, il suo massacro non verrà lodato bensì condannato, perché la guerra, l’odio e la violenza non sono, non sono mai state e non saranno mai la soluzione ad alcunché. In altre parole, i cattivi fanno male ma sono sempre destinati a perdere. La vita vince sulla morte, la materia sull’antimateria, l’essere sul non essere, da sempre e per sempre.

Comunque, senza troppe astrazioni filosofiche e tornando al piano politico: i nazionalisti devono riconoscere che la multiculturalità è parte del cammino dell’evoluzione umana. Questa è la seconda lezione per Andres Behring Breivik.

Un nazionalista dovrebbe essere una persona che ama le proprie terre, la propria cultura, tradizioni, le proprie genti, senza andare oltre e cominciare ad odiare se altre persone di altre culture si sommano e si mescolano alla propria. Ogni nazione è solo un parte del mondo che le accoglie, solo una piccola parte di terre con confini economici, politici e religiosi delimitati su un territorio che è di tutti. L’era delle manie imperialistiche è, fortunatamente, passata.

Nessuno è meglio dell’altro ed ognuno ha qualcosa da insegnare e da apprendere dall’altro: terza lezione che dovrebbero appuntarsi tutti i nazionalisti veraci come Breivik.

L’identità culturale è innanzitutto identità umana, chi pensa di perderla perché le culture ed i popoli si stanno mescolando, ha solo paura di perdere sé stesso e, di conseguenza, risponde a tale angoscia vomitando odio e violenza verso l’altro.

In fin dei conti, è il comportamento di un bambino o di un adolescente capriccioso, che non è disposto ad accettare le leggi universali d’evoluzione del mondo. Ce ne sono moltissimi di bambini come Andres Breivik, persone che si credono giustizieri massonici, quando, invece, oltre a non aver capito nulla e non avere una visione sobria del mondo reale, si rifugiano nelle guerre contro l’Islam o contro i comunisti, nel tentativo di risolvere quello che è solo e nient’altro che un problema personale legato alla frustrazione esistenziale di non-accettazione della realtà.

L’essenza della vita è la differenza e la strada è vivere secondo i principi dell’amore, del rispetto, della condivisione e della fratellanza. È un fondamento così semplice che la maggior parte delle persone non riesce ancora a riconoscerne la bellezza e la ricchezza, preferendo credere d’avere ragioni per uccidere.

Purtroppo, questi bambini capricciosi hanno spesso 32 o più anni, si credono portavoce di valori culturali storici, hanno (forse, ndr) letto decine di libri senza capire niente del mondo ed amano sparare con fucili d’assalto a giovani innocenti.

In questi tempi bui, dove tutti danno la colpa a tutti, musulmani a cattolici e viceversa, nazionalisti a socialisti e viceversa, la chiave è sapere alzare lo sguardo e cominciare a dare il buon esempio.

Condoglianze alle famiglie ed agli amici delle vittime dell’isola di Utøya e di Oslo.

Matteo Vitiello

Alcuni link interessanti (sono in norvegese ma con il traduttore automatico potete trarre, quantomeno, una traduzione approsimativa, ndr)

Di seguito trovate il video che Breivik ha pubblicato su Internet poche ore prima di compiere la strage ed il “compendio”, dove esalta e cerca di spiegare al mondo il suo delirio paranoide di inetto sociale.