Toyota e il finestrino magico

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Eravamo bambini. Seduti sul sedile posteriore dell’auto dei nostri genitori, ci piaceva scrivere sul finestrino o disegnarci nuvole e case… bei tempi!

Il progetto “Windows to the World” è lo sviluppo di quella creatività nell’era della realtà aumentata: oggi, la possibilità di scarabocchiare sembra non essere più dipendente dalla quantità di condensa presente sul finestrino.

Concepita dalla Kansei Design Division della Toyota, in collaborazione con l’Institute of Interaction Design di Copenhagen (CIID), la tecnologia denominata “Windows to the World” consiste nella trasformazione del finestrino dell’automobile in un’interfaccia digitale.

Grazie ai recenti sviluppi della realtà aumentata, il finestrino diventa una lavagna, una calcolatrice o una macchina fotografica, con il fine di poter “interagire con il paesaggio circostante e rendere un viaggio in auto un’esperienza di gioco, esplorazione ed apprendimento” – come afferma un portavoce del CIID.

Cinque le funzionalità della “Finestra sul mondo” di Toyota presentate lo scorso giugno a Brussels, in occasione dell’esposizione “Our Future Mobility Now”, organizzata dall’ACEA (European Automobile Manufacturers Association):

  • disegno: il finestrino diventa una lavagna, dove scrivere e disegnare con le dita;
  • zoom: selezionando un oggetto con le dita, è possibile ingrandirlo;
  • traduttore: selezionando un elemento del paesaggio, si ottiene una traduzione in tempo reale nella lingua scelta;
  • distanze: calcolare le distanze degli oggetti dal veicolo;
  • costellazioni virtuali (funzione per tettucci panoramici): legenda ed interazione con le costellazioni del cielo.

Guardate il video che ho pubblicato in coda all’articolo e meravigliatevi.

I bambini che la useranno potranno acquisire più informazioni ed apprendere giocando, come dicono i cosiddetti esperti ma… continuare a scarabocchiare sulla condensa del finestrino, non era più divertente? Certo è che, oltre ad essere più creativo e reale, svincola dall’intrattenimento-dipendenza dall’ennesimo aggeggio computerizzato e (secondo me, ndr) quanto meno interfacce, console, televisione e tanta più realtà, tanto meglio per tutti, soprattutto per i bambini.

Matteo Vitiello 

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