Marijuana legale in Spagna. Boom dei club dove si fuma, in Catalogna sono oltre 300

0
4134

Ricevo, traduco e pubblico l’articolo dell’amico Alex Cogswell.

Haz click aquí para leer el articulo en Español

 

mariajuana barcelona“Si el consumo realmente no está penalizado, la cuestión se convierte en cómo hacer realizable el consumo sin entrar en las prácticas penalmente perseguidas. Llegados a este punto, nos encontramos con el caso paradójico o ejemplar de España, en el que el consumo de cannabis se ha liberalizado sin la necesidad de un reconocimiento legal o de un marco legal que permita el ejercicio de tal derecho”. [Alex Cogswell]

 

Recentemente ci ha sorpreso la proposta di legalizzazione della marijuana in due stati USA: Washington e Colorado, iniziativa che in quest’ultimo stato è già entrata in vigore. La legalizzazione significa l’incorporazione di un nuovo diritto per i cittadini dei suddetti stati a consumare cannabis.

Più al sud, meglio detto, nell’emisfero sud, anche l’Uruguay ha fatto notizia per la legalizzazione della marijuana e del suo consumo. La decisione politica ha superato i confini, scandalizzando alcuni stati limitrofi sudamericani.

Comparando le distinte legislazioni dei vari paesi coinvolti nel processo di legalizzazione, osserviamo come il consumo di cannabis in numerosi di essi non sia penalizzato, quello che sì è realmente proibito è il traffico della sostanza, considerata dannosa per la salute pubblica. Di conseguenza, ciò che viene perseguito è la produzione, la distribuzione e la commercializzazione della sostanza. Ci sono stati, ad esempio, in cui il semplice possesso di marijuana non è penalizzato e solo comporta il pagamento di una multa.

maria3Se il consumo non è quindi realmente penalizzato, la questione si è convertita in come rendere realizzabile il consumo, senza entrare in pratiche legalmente perseguibili. Arrivati a questo punto, ci incontriamo difronte al caso paradossale, od esemplare, della Spagna, dove il consumo di cannabis si è liberalizzato, senza la necessita di un riconoscimento legale o di un quadro giuridico che permetta l’esercizio di tale diritto. Mentre altri paesi sono attualmente coinvolti in dibattiti parlamentari ed appaiono nei mezzi di comunicazione internazionali come sovversivi o moderni, a seconda dell’ideologia del mass media, in Spagna si è legalizzata la marijuana, senza nessun tipo di dichiarazione sensazionalista. Oppure è possibile che il diritto a consumare sia sempre esistito e che fino ad oggi non si fosse semplicemente esercitato.

marijauna barcelonaOsserviamo da vicino quest’interessante processo di legalizzazione del consumo di cannabis, conseguenza di un’iniziativa popolare, priva tuttavia di una regolamentazione.

Attualmente, solo in Catalogna, si sono costituite circa 300 associazioni di cannabis, frutto del lavoro svolto dagli abitanti della comunità autonoma con capitale Barcellona. L’iniziativa ha contagiato altre città e comunità autonome del territorio spagnolo, il Paese Basco in primis,  ed oggi è facile incontrare un’associazione in praticamente qualsiasi città della Spagna.

Per costituire un’associazione è necessario redigere una carta di fondazione ed uno statuto ed è necessario un minimo di tre persone. Entro cinque giorni dalla firma di questi documenti, ci si deve presentare presso il registro delle associazioni pertinente e pagare la tassa corrispondente. È inoltre obbligatorio iscriversi all’Agenzia delle Entrate (Agencia Tributaria) mediante la presentazione del formulario 037. Con quest’ultimo documento si ottiene un numero, il Codice di Identificazione Fiscale (CIF), che permette di svolgere l’attività dell’associazione. Ovviamente, si dovranno redigere i libri contabili pertinenti ed un registro di tutti i soci, realizzando puntualmente la chiusura annuale dell’esercizio dell’attività sociale.

Come si può notare, questo processo è relativamente facile e senza troppe complicazioni buracratiche. Questo ha reso possibile che in Spagna, oggigiorno,  il consumo di cannabis non sia penalizzato e che solamente il traffico della sostanza abbia conseguenze penali. L’esistenza del delitto o meno, risiede nella differenza tra autoconsumo e traffico e perció, nel caso delle associazioni destinate all’autosonsumo, non esiste delitto alcuno.

Esistono molte sentenze in merito ed in base allo sviluppo della giurisprudenza relativa all’interpretazione degli articoli del Codice Penale sul delito di traffico di mariastupefacienti, si è dichiarato che, dovuto alla banalità ed allo scarso pericolo per la salute di quantità insignificanti di sostanza, non è necessario imporre una pena, riconoscendo così il diritto al consumo privato di cannabis (articoli 368 del CP).

All’interno di tale quadro giuridico, nel quale non è permesso il traffico però sì il cosumo, sono state stabilite delle quantità approssimate per determinare la presenza o meno di delitto, nei casi di possesso di marijuana da parte di un cittadino. Seguendo questa linea, il salto per determinare che la semplice coltivazione di poche piante di marijuana possa non costituire un delitto è sato immediato, se si dimostra che la coltivazione sia destinata alla produzione per consumo privato.

Se a tutto questo, si aggiunge che in Spagna si è legalizzato anche il consumo di marijuana su ricetta medica, si rafforza la posizione per la quale un cittadino può esercitare liberamente il proprio diritto di consumare cannabis, cercarla e rifornirsene, senza essere perseguibile per questo.

Le associazioni riconoscono il diritto al cosumo ed all’auto-coltivazione a tutti i soci, tra i quali vengono distribuiti i compiti, che includono anche la vera e propria coltivazione, pietra angolare che ha reso possibile la creazione delle stesse associazioni. Se tante persone hanno diritto a coltivare marijuana, possono riunirsi per costituire una piantagione collettiva, che appartiene all’associazione ed il cui uso è esclusivo per i soci, senza la possibilità che terzi acquistino od ottengano il prodotto della raccolta.

maria2Bisogna ricordare chiaramente che i fini dell’associazione sono svincolati d’animo di lucro. Per questo motivo, non è possibile costituire una società a responsabilità limitata od una qualsiasi altra forma mercantile per rifornire i consumatori di marijuana o per l’autoconsumo.

Dopo questa breve esposizione dei fatti, sapete che oggi in Spagna, se volete consumare marijuana, basta bussare alla porta di un’associazione, dichiarare che si è fumatori abituali di cannabis, o che si è in possesso di ricetta medica che ne prevede l’uso, e farsi socio. Vengono quindi spiegati i diritti ed i doveri al nuovo socio, i fini dell’associazione, i prezzi e qualsiasi altra informazione significativa.

Una volta soci, vengono offerti i diversi tipi di marijuana disponibili tra cui poter scegliere ed i loro prezzi. Con l’apportazione economica di ogni socio, viene sostenuta l’associazione ed a sua volta il veicolo di rifornimento di marijuana dei soci stessi.

Alex Cogswell

[Traduzione a cura di Matteo Vitiello]

 

Clubs de Cannabis:

el caso paradójico, o ejemplar, de España

 

Recientemente nos ha sorprendido la propuesta de legalización del consumo de marihuana en cannabisdos de los estados de Estados Unidos: Washington y Colorado, iniciativa que en éste último estado ya ha entrado en vigor.

La legalización significa la incorporación de un nuevo derecho para los ciudadanos de los mencionados estados a consumir cannabis. Más al sur, mejor dicho, en el hemisferio sur, Uruguay ha sido portada en todos los periódicos por su también legalización de la marihuana y su consumo.

Esta decisión política ha trascendido sus fronteras y ha escandalizado algún que otro país vecino. Comparando las distintas legislaciones de los países, observamos que el consumo de cannabis en numerosos países no está penalizado, lo que sí está realmente prohibido es el tráfico de la sustancia considerada perjudicial para la salud pública.

En consecuencia, lo que se persigue es la producción, distribución y comercialización de la sustancia con el fin de obtener beneficios económicos.

Como ejemplo, hay estados en que la mera posesión de marihuana no está penalizada o simplemente conlleva la imposición de una multa.

Si el consumo realmente no está penalizado, la cuestión se convierte en cómo hacer realizable el consumo sin entrar en las prácticas penalmente perseguidas. Llegados a este punto, nos encontramos con el caso paradójico o ejemplar de España, en el que el consumo de cannabis se ha liberalizado sin la necesidad de un reconocimiento legal o de un marco legal que permita el ejercicio de tal derecho.

cannabis 2Mientras otros países se enzarzan en debates parlamentarios y aparecen en los medios de prensa internacionales como decisiones políticas subversivas o modernas según la ideología del diario, en España se ha legalizado sin declaraciones sensacionalistas, ni llamativas.

O es posible, que el derecho a consumir haya existido siempre y no se hubiera ejercido hasta la fecha. Veamos este interesante proceso de legalización del consumo del cannabis que ha sido consecuencia de la iniciativa popular todavía falto de regulación. En la actualidad tan solo en Cataluña, se han constituido unas 300 asociaciones del cannabis, como consecuencia de la labor desplegada por los habitantes de dicha comunidad autónoma, así como del País Vasco.

La iniciativa se ha ido contagiando a otras ciudades y otras comunidades autónomas del territorio español y ahora es fácil encontrar una asociación en casi cualquier ciudad española. Para la constitución de asociación es necesario llevar a cabo su acta fundacional y estatutos con un mínimo de tres personas. En un plazo de cinco días desde la firma de estos documentos deberá presentarse ante el registro de asociaciones pertinente y pagar la tasa correspondiente. Por otro lado, también es obligatorio darse de alta censal en la Agencia Tributaria mediante la presentación del formulario 037. Con éste último documento se obtendrá un número que te permitirá ejercer la actividad a la asociación que se denomina Código de Identificación Fiscal (CIF). Aparte se tendrá que llevar los libros contables pertinentes y de socios, realizando puntualmente el cierre anual por el ejercicio de la actividad social.

Como se observa este proceso es relativamente fácil y sin demasiadas complicaciones. Ello ha sido posible a que el consumo de cannabis no está penado en este país, sí el tráfico de estupefacientes. La existencia del delito o no estriba en la diferencia entre autoconsumo y trafico por lo que, en el caso de las asociaciones, destinadas al autoconsumo no existe delito.

Existen muchas y muy variadas sentencias que bajo la argumentación y el desarrollo de cannabis 3la jurisprudencia que ha venido interpretando los artículos destinados del Código Penal a la tipificación del delito de tráfico de drogas, se ha declarado que debido a la nimiedad y escaso peligro para la salud de cantidades insignificantes de sustancias no cabe imponer una pena al supuesto de hecho en cuestión, reconociendo por ende, el derecho al consumo particular del cannabis (Véase los artículos 368 del CP).

Dentro de este marco, en el cual no está permitido el tráfico pero sí el consumo, se llegó a establecer unas cantidades aproximadas para determinar la existencia de delito o no para los caso de posesión por un ciudadano de marihuana.

Siguiendo con esta línea, el salto a determinar que el simple cultivo de unas pocas plantas de marihuana puede no constituir un delito fue inmediato si se demuestra que es para el consumo privado.

Si a todo ello, se añade que además se ha legalizado el consumo de la marihuana por prescripción médica se refuerza la posición en que un ciudadano puede ejercer libremente su derecho y, en todo caso, a buscar las vías o medios siempre legales para su abastecimiento. P

uesto a ello, las asociaciones reúnen los derechos de consumo y auto-cultivo de todos los socios y se distribuyen las tareas, entre las que se incluye el cultivo propiamente dicho y que viene a ser la piedra angular de esta vía que ha dado lugar a la creación de las asociaciones.

Si tantas personas tienen derecho a cultivar marihuana, pueden reunirse para hacer una plantación colectiva que pertenece a la asociación y exclusiva para los socios, sin posibilidad de que terceros adquieran o obtengan el producto de la cosecha. Hay que tener claro que los fines de toda asociación están desvinculados de un ánimo de lucro. Por ello, no es posible constituir una sociedad limitada o cualquier otra forma mercantil para abastecer a los consumidores o auto-abastecimiento.

Pues bien, dada esta breve exposición, tan solo cabe llamar a la puerta de una asociación, declarar que se es fumador habitual de cannabis o que tienes una prescripción médica para su uso y hacerte socio. En el acto de asociarse se te explicarán los derechos y deberes que ostentas, los fines de la asociación, precios y cualquier otra circunstancia significativa.

Una vez seas socios se te ofrecerán los distintos tipos de marihuana que tienen en ese momento y su precio, pues nunca son de la misma variedad ni familia, para que elijas y puedas con tu aportación económica dar continuidad a la asociación y tu medio de abastecimiento.

Alex Cogswell

Leggi anche:

Catalunya, una catena umana per difendere identità e libertà

Visca Barcelona! Il diamante del Mediterraneo

[amazonjs asin=”8888865292″ locale=”IT”]

[amazonjs asin=”8890320508″ locale=”IT”]

[amazonjs asin=”8867100793″ locale=”IT”]

[amazonjs asin=”8862221290″ locale=”IT”]

[amazonjs asin=”8864731059″ locale=”IT”]

[amazonjs asin=”889613000X” locale=”IT”]

[amazonjs asin=”888952782X” locale=”IT”]

[amazonjs asin=”8872263719″ locale=”IT”]