¡Visca Barcelona! Il diamante del Mediterraneo

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porróLe urla e i giochi dei bambini, la biancheria stesa ad asciugare tra una finestra e l’altra in una stretta calle della Barceloneta, le signore ben vestite che tornano dal mercato con le borse piene di frutta e verdura. Alle prime ore di una fresca mattinata d’autunno il sole scalda ancora i tetti di Barcellona, avvolgendola in un’atmosfera sospesa ed assopita che fa ritornare alla mente il profilo di alcune città del sud Italia.Siamo nella metropoli europea, anello di congiunzione tra le montagne dei Pirenei e il cuore dell’Europa occidentale, la capitale della regione autonoma di Catalogna. Avete imparato lo spagnolo e volete praticarlo con la gente del luogo? Non prendetevela se la gente vi guarda con sospetto, vi sentirete come un turista sprovveduto che non sa che qua, a Barcellona, la lingua ufficiale è un’altra, il catalano. I catalani hanno fama di essere persone molto riservate, ma in genere gli abitanti di Barcellona sono tolleranti e cortesi. In questa città, ricca delle più straordinarie testimonianze dell’architettura gotica europea, il cosmopolitismo di oltre un milione e mezzo di residenti convive con un forte sentimento autonomo ed indipendentista, tipico di un paese di campagna che rivendica la sua identità ai confini della regale Spagna.Percorrendo a piedi le strade di Barcellona, si ritrovano le tracce della sua storia millenaria, dalle rovine romane e della città medievale fino ai quartieri del modernismo catalano, con i suoi edifici caratteristici, i suoi isolati squadrati, i suoi viali alberati e le sue larghe strade. Alcuni esempi ne sono gli edifici del Quadrat d’Or nel quartiere dell’Eixample, le opere di Antoni Gaudí e il Palau de la Música Catalana di Lluís Domènech i Montaner, dichiarato nel 1997 patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Inoltratevi all’interno del Barri Gòtic (il quartiere gotico), nella Ciutat Vella (città vecchia), e potrete poi ammirare la bellissima Cattedrale di Santa Eulalia, dedicata alla patrona della città, la Mercé. Modernista. Avanguardista.

Semplicemente variopinta e multiculturale. Barcellona è una città dove la vita scorre veloce, gente d’affari, studenti in bicicletta e cittadini d’ogni giorno si amalgamano con frotte interminabili di turisti nel viale alberato più famoso della città: la Rambla. Da Plaza Catalunya alla statua di Cristoforo Colombo, una passeggiata famosa in tutto il mondo, una via che percorrere tutte le sfumature della città, arte e mercato, una cartina tornasole dove convivono i buoni e i cattivi. È solo pochi mesi fa, infatti, che alcune testate italiane ed internazionali dedicarono spazio tra le notizie ai problemi di delinquenza cui sta facendo fronte ormai da anni questa città. Sicuramente la Rambla non è il posto migliore dove sfoggiare telecamere o borsette costose, o dove soffermarsi a chiedere informazioni. Senza dare troppi allarmismi, c’è semplicemente da usare molta cautela e tenere gli occhi bene aperti. Certo è che uno sguardo vigile serve anche e soprattutto a non farsi scappare tutta l’arte che affiora da questa città, palazzi storici, chiese e sculture adornano quasi tutte le sue vie. Alcuni dei più grandi artisti dell’Art Noveau operarono qui, dall’eccezionale binomio Picasso e Mirò, a Dalì, che nacque e trascorse gran parte della vita proprio su queste coste, e lasciò a tutti quanti noi una delle opere d’arte più belle e famose al mondo: la Sagrada Familia, il tempio espiatorio, l’opera rimasta inconclusa, la casa dove i fedeli possono sentirsi più vicini al cielo e riconoscere la magnificenza e la spiritualità tra le torri vertiginose di questo capolavoro architettonico. Il prezzo che pagherete per visitarla, sarà il vostro contributo al proseguo dei lavori di costruzione, che il municipio della città sta portando avanti ispirandosi ai progetti originali dell’autore; data prevista della fine dei lavori: 2012.

Dopo essere stati catturati dalla bellezza delle due facciate della Sagrada, concedetevi una passeggiata nel parco più bello della città: Parc Guell, il luogo dove Gaudì rivolse la sua attenzione all’architettura dei giardini. Un luogo incantato dove le forme delle sculture sembrano spesso più naturali della natura stessa. L’entrata è libera, se siete quindi insaziabili fotografi provetti o semplici amanti della quiete e della natura, perdetevi per i sentieri di questo verde e pittoresco parco.

Pensare che una città così avanguardista e variegata non offra angoli di verde e relax ai suoi cittadini e visitanti, sarebbe improponibile per una città affacciata sul mar Mediterraneo. Parchi, montagne ed itinerari tra i boschi sono solo alcuni degli ingredienti immancabili della grande Barcellona. Dal Tibidabo al Montjuic, dal parco della Ciuttadella al Masnou, la città respira e rigenera i suoi polmoni tra il verde di questi luoghi e l’aria che soffia dal mare. “Haec omnia tibi dabo si cadens adoraberis me” (Matteo, 4,9), così il Diavolo tentò di mettere in tentazione Cristo, conducendolo sulle alture del monte Tibidabo, e mostrandoli la grande città vista da questa postazione privilegiata, oggi sede della bellissima Chiesa del Sacro Cuore e di uno dei parchi d’attrazione più antichi d’Europa.

CasaBatllo6Barcellona non è solo monumenti e pittura. Venuta alla ribalta con i Giochi Olimpici del 1992, durante i quali la zona marittima fu ristrutturata dalla testa ai piedi da più di centocinquanta architetti impegnati nella costruzione di circa trecento edifici, la città offre ogni sorta di piaceri, a cominciare da quelli del palato. La cucina catalana è tra le migliori di Spagna. Vini della zona di Penedés e tortillas di patate, polpette di carne e verdure grigliate: i bar di tapas (stuzzichini) sono numerosissimi e vi offriranno solo l’imbarazzo della scelta. Le zone centrali, tra il quartiere Gotico e l’opposto quartiere del Raval, vi offriranno il piacere di perdervi tra strette calli e ritrovarvi al bancone di qualche locale tipico. Bar, caffè, club, Barcellona supera quasi tutte le città europee per la concentrazione di questi luoghi. Non pensate di sedervi a tavola all’una di pomeriggio, cenare alle otto di sera o andare a dormire alle undici, il tempo a Barcellona è spostato in avanti. Attività commerciali aperte fino alle dieci di sera, ristoranti che servono ai tavoli anche oltre la mezzanotte, locali che aprono alle due del mattino, sono solo alcuni esempi per farvi capire che questa città, praticamente, non dorme mai. Specialmente in estate alcuni quartieri di Barna sembrano impazzire, feste che durano settimane, dove al suono di complessi musicali si svolgono gare e tradizionali parate di giganti, nani e demoni, per non parlare della folle corsa dei draghi sputafuoco (Correfoc), che si svolge per le strette stradine della parte vecchia della città, la zona gotica, durante le Festes de la Mercé, dedicata ogni anno alla fine di settembre, alla patrona della città. La Mercé è la festa per eccellenza di Barcellona, una festa che occupa quasi tutta la città, con una programmazione centrata sulla cultura mediterranea. La leggenda racconta che la notte del 24 di settembre di 1218, la Vergine apparve simultaneamente al re Jaime I, a San Pedro Nolasco e San Ramón di Peñafort. Chiese loro di creare un ordine di monaci dedicati a salvare i cristiani imprigionati dai saraceni. Nel 1687 Barcellona venne invasa dalle cavallette e la popolazione si mise nella mani della Virgen della Mercé. Passata la piaga, il Consiglio della Città la nominò patrona di Barcellona, anche se il Papa, tuttavia, non ratificò la decisione se non due secoli dopo, nel 1868. Da quel momento Barcellona incominciò a celebrare le Festes de la Mercé in settembre.

Da Sants a Cornellà, da Gracia all’Arco di Trionfo, Barcellona è una delle località europee più alla moda o, meglio detto, dove nasce la moda. Se noi facciamo lo stile a Milano e Roma, in questa città la gente lo veste e lo trasforma, in una moltitudine variegata di maniere differenti. Cappelli vistosi, vestiti multicolore, le ultime tendenze della moda giovane camminano tra la Rambla ed i quartieri più in, come l’Eixample o il Borne. Non preoccupatevi, nessuno vi guarderà in maniera strana in qualsiasi modo vi vestirete o qualunque accessorio porterete addosso, tutto è lecito a Barcellona, l’importante è sfoggiare la propria identità, in tutte le sue sfaccettature!

catalunyaEd ora un po’ di storia. Il passato di questa città fu difficile e l’attuale profilo socio-politico è un frutto nato tra guerre e battaglie indipendentiste. Il 17 luglio 1936 una rivolta militare in Marocco accese la minaccia della guerra civile spagnola. La guarnigione militare di Barcellona tentò di prendere la città per consegnarla al dittatore Francisco Franco ma fu sconfitta dalle formazioni anarchiche armate. Un gruppo eterogeneo, che comprendeva idealisti innocui e militanti della linea dura che stendevano liste di persone da eliminare e appiccavano il fuoco per distruggere gli edifici religiosi (per questo tante chiese di Barcellona appaiono oggi stranamente spoglie). Dopo giorni intensi di scontri nelle vie della città, che costarono la vita a migliaia di persone, gli anarchici chiesero il cessate il fuoco e nell’autunno del 1937 Barcellona divenne la capitale dei nazionalisti catalani di sinistra, capeggiati da Francesc Macià e da Lluìs Companys. La Germania di Hitler e l’Italia di Mussolini avevano riconosciuto il governo di Franco e lo rifornivano di armi, uomini, aerei e denaro. La città subì il primo bombardamento aereo nel 1938 e dopo la disfatta repubblicana nella battaglia dell’Ebro, la difesa di Barcellona venne abbandonata. I combattenti e i membri del governo catalano e della Spagna repubblicana si unirono ai civili che fuggivano verso la Francia. Barcellona cadde nelle mani dei nazionalisti e nell’epurazione che seguì ci furono almeno cinquantamila vittime. Le esecuzioni ad opera del regime di Franco, continuarono anche negli anni cinquanta. Nell’agosto del 1940, Lluìs Companys fu arrestato e fucilato in segreto da Franco nelle carceri del Montjuic. Si dice che le sue ultime parole siano state: “Visca Catalunya!” (Lunga vita alla Catalogna!).

gracia-barcelona-2011Dalla storia all’attualità, lo sviluppo urbano della Barcellona d’oggi tende a seguire la costa in entrambe le direzioni poiché a monte è bloccato, tra i fiumi Besòs e Llobregat, dalla catena montuosa della Serralada Litoral. Badalona a nord-est e l’Hospitalet a sud-ovest sono i due villaggi che segnano i confini amministrativi della città. Mantenendo intatta la sua identità, Barcellona si è trasformata in una città modernista e cosmopolita, punto di riferimento per tutti i cittadini di Europa e non solo. Il prezzo da pagare per vivere qua è però un po’ più caro rispetto alle altre capitali europee, solo per citare un esempio, a Berlino affittare una casa e vivere la vita di tutti i giorni costa ormai la metà rispetto a Barcellona. Ci sono però esperienze nella capitale di Gaudì che non hanno prezzo. Perdersi tra i colori ed i profumi dei mercati coperti della città è una di queste. Il Mercat de la Boqueria e il Mercat di Sant Antoni, per citare i più importanti, sono veri e propri santuari della frutta e della verdura, della carne e del pesce. Colori e profumi inebriano i visitanti si mescolano alla gente di quartiere indaffarata con la compra quotidiana, fotografando come se fossero entrati in un museo, commentando e ammirando con la testa all’insù le grandi volte metalliche che coprono le bancherelle, esempi ancora una volta del dinamismo artistico ed architettonico di Barcellona. La vitalità che si respira tra i mercati e le attività commerciali sono portavoce della ricchezza economica ed industriale della città. Storicamente l’economia di Barcellona si fonda sul commercio attuato attraverso l’attività del suo porto, oggi diventato il primo del Mediterraneo per tonnellaggio di mercanzie e numero di container e il quinto nel mondo per numero di navi da crociera che giornalmente vi attraccano. L’industria iniziò a prendere peso durante il diciannovesimo secolo: a partire dalla rivoluzione industriale. Il settore tessile fu il primo a svilupparsi, per dare spazio successivamente all’industria editoriale, chimica, farmaceutica, automobilistica, logistica ed elettronica. È così che oggi la provincia di Barcellona si è trasformata nella principale zona industriale della Spagna. Con la crescita e la prosperità industriale, l’economia della città si è specializzata nel commercio, nella ristorazione e nel turismo, che è senza dubbi una delle principali fonti economiche dell’intera regione catalana.

Passeggiando per la città o attraversandola in bici (grazie al servizio municipale Bicing, che permette ai cittadini di noleggiare biciclette praticamente gratis), si può Catalunya v Argentina: International Friendlyfacilmente notare che Barcellona si sta continuamente trasformando, a fianco alle continue opere di ristrutturazione degli edifici storici della città, nascono nuovi cantieri, legati alla costruzione delle linee ferroviarie ad alta velocità ed a nuovi centri residenziali e commerciali. Tenuto in considerazione il continuo aumento dell’immigrazione estera verso questa città, sicuramente tra qualche anno il numero dei residenti è destinato ad aumentare, e certo Barcellona non si farà trovare spiazzata. Oggigiorno sono moltissime le attività commerciali di catalani, che si sono ritrovati a condividere la propria zona con i nuovi vicini venuti dai Paesi più disparati, europei e non, ovviamente. In pochi anni il numero di attività amministrate da immigrati italiani, tedeschi, olandesi, asiatici si sono triplicate. Immaginate una New York del Mediterraneo, dove potete scegliere se mangiare una tortilla di patate o una pizza napoletana, una specialità turca accompagnata da un caffè americano… la vera globalizzazione è a portata di mano e si svolge in una meravigliosa cornice cittadina che certo non si lascerà mai portare via la propria identità, la cultura, ed il proprio stile mediterraneo.

Casteller-de-VillafrancaDopo musei, arte, cultura, shopping e feste, l’unica maniera di rilassarsi completamente tomando un caffè o qualcosa di fresco, è scendere verso il mare, nel cuore della Barceloneta, il quartiere affacciato sulle spiagge della città. Barcellona vanta ben quattro chilometri di sabbia, certo l’acqua non è cristallina vista la vicinanza con l’agglomerato urbano, però questa zona, a ridosso del porto e con il caos lasciato dietro le spalle, è la meta preferita dai barcellonesi che vogliono sfuggire anche solo per un paio d’ore dal centro cittadino. Qua, guardando il mare, seduti sulla battigia, si ritrovano centinaia di persone ogni giorno, aspettano il tramonto, chiacchierano e sorseggiano un aperitivo, poi chitarre e tamburi cominciano a suonare e nell’aria riecheggia la musica, come un’unica grande serenata che accompagna Barcellona verso un nuovo giorno.

Matteo Vitiello

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